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Alla scoperta della terza versione delle Brooks Hyperion Max: una scarpa che si evolve pur non cambiando il suo obbiettivo principale

Foto di MarathonWorld.it

MarathonWorld.it vi porta alla scoperta delle Brooks Hyperion Max 3, la scarpa dedicata agli allenamenti di qualità disponibile da luglio 2025 con novità importanti rispetto alle precedenti versioni.


Novità che renderanno, non tanto l'obbiettivo finale della scarpa che rimarrà lo stesso, ma la sensazione che si ha in corsa, molto molto diversa rispetto al modello numero 2 che vi avevamo presentato a fine settembre del 2024 e che, stando all'ottimo numero di visite ricevute da quel video, risultò essere un modello molto ricercato dagli sportivi.


Per scoprire al meglio tutti i dettagli della scarpa e vederla "in azione sul campo", vi suggeriamo di guardare la videorecensione presente sul nostro canale YouTube e in questa pagina.




BROOKS HYPERION MAX 3 - LE CARATTERISTICHE


Una scarpa, questa Hyperion Max 3, che Brooks inserisce nel comparto dedicato alla performance e forse, più delle precedenti versioni, questa 3 si avvicina ancora di più a una scarpa da gara pur potenziando tutti gli aspetti tipici di una daily trainer.


Partendo come sempre dall'alto, queste Hyperion si confermano una scarpa ricca di scritte e di dettagli, in questa versione ancor più curate con grafiche impeccabili e che, nel nostro modello di colore rosso tendente al salmone, sicuramente vi faranno emergere dalla massa. Insomma, non passerete inosservati e, come successo dai noi in prima persona, in tanti si fermeranno a scrutare le vostre scarpe.


La tomaia possiamo definirla intermedia, molto molto traspirante e sottile ma di una consistenza leggermente maggiore rispetto a una scarpa da gara. Le stringhe sono piatte e leggermente elasticizzate mentre la linguetta ha questa particolare forma e va ad attaccarsi in parte direttamente alla base della scarpa rendendo massima l'aderenza del piede alle pareti laterali, e nella porzione terminale va a fondersi con il colletto avvolgendo completamente la caviglia.


La conchiglia posteriore è uno dei tratti distintivi di queste Brooks: appare infatti ancor più rigida di una daily trainer, è molto molto solida ed è praticamente impossibile da deformare nonostante sia sottile. Per ovviare a eventuali problemi di comodità, l'azienda inserisce all'interno dei voluminosi inserti morbidi che andranno a contatto diretto con la caviglia e il tendine d'Achille.


Ovviamente il focus principale è sull'intersuola, che in questo caso combina in DNA Gold di Brooks al DNA Flash nella sua seconda versione, tra le due componenti l'ormai consueta piastra SpeedVault in materiale plastico. Se il DNA Gold, schiuma 100% in Peba di ultima generazione e che rappresenta il materiale più leggero e reattivo mai realizzato dal brand di Seattle, appare molto molto morbido, la parte inferiore in Flash, seppur anche questa molto morbida, dona una certa compattezza a tutta la scarpa



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In generale tutte e due le schiume sono decisamente morbide, ma la grande quantità di materiale presente, non rende assolutamente queste Hyperion scarpe "comprimibili" ma viceversa in corsa si avrà una sensazione di massima reattività proprio come era stato con le precedenti versioni.


L'intersuola è completata da un battistrada essenziale e dalla piastra SpeedVault che percorre in orizzontale tutta la calzatura e che non ha in nessun modo una funzione diretta in quanto a propulsione. In questo senso è probabilmente la scarpa di questa categoria meno flessibile che abbiamo mai provato, è impossibile da deformare anche con la massima forza, scordatevi quindi di poter deformare la piastra con la sola forza del piede per trarne beneficio. Come spiegato in prima persona da Brooks, oltre che a fungere da collante tra le due schiume, la speedvault va a dare una forma che l'azienda chiama "RapidRoll Rocker" e che sarà il principale fattore di sviluppo della velocità in corsa.


Il Drop è d 6mm e stiamo parlando di un modello illegale per le competizioni: l'altezza massima da terra è infatti di 46mm e quella minima di 40mm, ricordiamo che ai fini dell'omologazione di un risultato non si possono superare i 40mm. Nonostante ciò, una schiuma molto compatta e poco dispersiva in fase di carico, renderà la scarpa molto stabile e non ci si accorgerà minimamente di correre su una scarpa cosi alta. E' questa la differenza più grande rispetto alla versione 2 che, pur mantenendo il solito drop, si fermava a un 30-24mm di altezza.


Il peso nominale è di 280 grammi, alla nostra bilancia questo numero US 9.5 è risultato essere 292 grammi, per un prezzo di 190€. Come detto nella recensione delle Hyperion Max 2, possiamo definire queste Brooks una scarpa "per pochi"...una scarpa d'élite, in quanto si tratta di un eventuale terzo modello da inserire nella routine oltre alla scarpa da gara e alla daily trainer. Non tutti possono quindi permettersi questo lusso, ma è ovvio che l'acquisto di una scarpa con queste caratteristiche va a preservare in modo completo il modello da gara e in modo parziale quello per l'allenamento di tutti i giorni andando quindi ad allungare la vita di tutte le nostre scarpe.



Foto di MarathonWorld.it

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BROOKS HYPERION MAX 3 - LA PROVA IN CORSA


La prima impressione è quella di correre con una scarpa molto diversa dalla precedente per quanto riguarda soprattutto la comodità sul lungo periodo: se le Hyperion Max 2 apparivano molto molto dure in fase di appoggio, queste 3 sono un po' più morbide e quindi un po' più comode. Se con la precedente versione l'habitat naturale erano le ripetute brevi e brevissime e chilometraggi ridotti, queste 3 ampliano il proprio raggio a distanze più elevate, anche se comunque la gomma rimane poco deformabile in quanto come già detto l'intersuola è molto densa, e quindi l'appoggio rimane duro. Con chilometraggi più lunghi si intendono un po' tutte le ripetute ed eventuali fondi brillanti e medi tra i 5 e 10 chilometri, dopo, a livello di comodità, diventerebbe impegnativo.


Per quanto riguarda la resa in corsa, anche in questo caso ci sono cambiamenti evidenti rispetto al passato: prima, con le 2, c'era una sensazione di massima reattività, che ti faceva stare pochissimo a terra facendoti schizzare subito in avanti. Questa nuova conformazione, e questa combinazione di schiume, rendono il periodo a terra leggermente più lungo con il RapidRollRocker che vi assisterà dall'appoggio fino alla spinta. Resta comunque una scarpa molto molto reattiva, dura, che restituisce pochissimo a livello di energia, anche se più della precedente versione, e che fa del suo forte la capacita di proiettarvi sempre verso l'avanti.


Questa forma moderatamente a barchetta, e la sua grandissima altezza, ricordiamo ben 46mm, aiuta a correre rotondi, e quindi a mantenere con più facilità un ritmo elevato anche se non è una scarpa da gara e quindi per mantenere un determinato ritmo ci si dovrà mettere impegno. Ed è proprio quello che Brooks vuole, in quanto per chi cerca un modello da gara abbiamo già le Hyperion Elite: con queste Max l'azienda vuole farvi sperimentare e farvi simulare le sensazioni che si provano in gara senza mettere al primo posto la resa cronometrica.


Confermata poi la capacità "di recupero" di questa linea di scarpe: come già detto nella vecchia recensione, è davvero incredibile il fatto che nelle ore e nel giorno seguente allenamenti impegnativi, muscolarmente si stia molto meglio di quanto ci si potrebbe aspettare, e questo succede perché la schiuma appare dura in quanto abbiamo una scarpa molto alta, ma in realtà nel suo cuore ha un ottimo potere ammortizzante: insomma, prestazione si, ma anche molta protezione.


In definitiva una scarpa diversa, che garantisce una prestazione elevata, ma non come una scarpa da gara, e un'ottima protezione dai traumi, ma non come una daily trainer. Un modello intermedio destinato a tutti quei runners che cercano una soluzione prestativa ma non troppo invasiva per i loro allenamenti di qualità.


29/07/2025