Olimpiadi Rio 2016
Alle 14.30 la maratona olimpica: per l'Italia al via Daniele Meucci, Ruggero Pertile e Stefano La Rosa | DIRETTA
Domenica 21 agosto il programma dell'atletica alle Olimpiadi di Rio 2016 si chiude con la Maratona, gara che a differenza della 42.195km femminile (TUTTO SULLA GARA FEMMINILE) pare molto più aperta con Kenya ed Etiopia che presenteranno squadre forti ma non inarrivabili rispetto ai loro standard. Le nazionali extraeuropee, Italia su tutte, potranno quindi trovare spazio nelle posizioni di vertice sperando di farsi spazio sul podio.
Partenza alle ore 14.30 dal Sambodromo con le previsioni meteo che parlano di pioggia, anche copiosa, prima e durante la gara. Fattore che aumenta ancora di più le possibilità di mischiare le carte-->IL PERCORSO DI GARA
Sia chiaro, le nazionali africane sono le strafavorite d'obbligo alla vittoria ma probabilmente non assisteremo ad un finale simile alla maratona donne di 7 giorni fa quando keniane ed etiopi non hanno lasciato spazio a (quasi) nessuna nelle fasi calde di gara.
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GLI SCENARI: l'Etiopia non vince il titolo olimpico su questa distanza da Sidney 2000 quando si impose Gezahegn Abera mentre il Kenya dal 1896 ad oggi ha primeggiato solo con il compianto Samuel Wanjiru, dominatore a Pechino 2008. Questo dato ci dice sia come non sia mai scontato un successo di queste due nazioni sia che proprio per questo i portacolori di queste due nazionali faranno di tutto per invertire il trend.
Gli scenari possibili di gara sono tre, due delle quali favorevoli ai nostri: la prima ipotesi, a dire il vero molto improbabile studiando l'andamento delle ultime maratone olimpiche, è quella in cui keniani ed etiopi facciano gara dura sin dai primi chilometri sacrificando anche qualche atleta per ritrovarsi a giocarsi la vittoria con gli uomini di punta senza altri "intralci". Ma veramente qualcuno di loro è disposto a sacrificare una gara olimpica per favorire, peraltro senza la garanzia del successo, un suo connazionale?.
Ipotesi molto più plausibile è quella in cui gli atleti delle altre nazioni africane, molti dei quali fortissimi, o di nazioni come Usa e Giappone facciano l'andatura scremando il gruppo già prima del passaggio alla mezza con gli atleti più scaltri pronti a fare la differenza nelle fasi calde. Questo scenario sulla carta favorisce ancora gli africani ma atleti come il nostro Meucci o come lo statunitense Galen Rupp potrebbero beneficiarne.
L'ultima ipotesi sta nella consueta gara tattica con un gruppone che si giocherà il successo negli ultimissimi chilometri. Senza dubbio con questo tipo di gara un po tutti possono sperare ma è davvero difficile che tra gli oltre 150 iscritti nessuno provi l'azione, anche disperata, che accenda la gara. Per esempio ad Atene 2004 ad animare la corsa fu il brasiliano Vanderlei De Lima, poi ultimo tedoforo a Rio, con gli altri costretti a ritmi alti per non perderlo di vista; a Pechino 2008 Wanjiru corse su ritmi importanti sin dai primi chilometri mentre a Londra fu addirittura Wilson Kipsang a fare l'andatura; insomma quasi impossibile che nessuno ci provi prima della mezza con il ritmo che inevitabilmente dovrà essere non impossibile ma nemmeno blando per chi ha ambizioni di vittoria.
I FAVORITI: la nazionale da battere insieme al Kenia è senza dubbio quella etiope che dopo la clamorosa eslcusione, dopo l'eccellente prova all'ultima London Marathon con polemiche e manifestazioni di piazza, di Kenenisa Bekele schiererà i giovani Tsefaye Abera, Lemi Berhanu e Feyisa Lilesa. Tsefaye, 24 anni, viene dal grande 2h04'24" corso quest'anno a Dubai, una Maratona che spesso però non fa testo visto il percorso senza curve e completamente piatto con gli atleti che quasi mai riescono a ripetersi su tali livelli nelle altre gare. L'atleta ha un personale sulla mezza ampiamente sopra i 60', il che la dice lunga sulla prestazione di Dubai, e quest'anno ha corso, e vinto, anche ad Amburgo (2h06'58"); Rio sarà la sua terza maratona in meno di 8 mesi. Berhanu, 22 anni, è il vincitore dell'ultima Maratona di Boston dove ha chiuso in 2h12'45", lo scorso anno chiuse in un'anonima 15ma posizione ai Mondiali di Pechino. La punta di diamante della squadra pare essere senza dubbio Feysa Lilesa, bronzo a Daegu 2011, che nel 2010 fù il più veloce Under20 della storia correndo in 2h05'23" a Rotterdam; Lilesa viene dal 2h06'25" corso a fine febbraio a Tokyo e le sue rare apparizioni del 2016 fanno pensare che tutto è stato finalizzato per le Olimpiadi.
Squadra keniana che vedrà l'incredibile presenza di Wesley Korir, membro del parlamento nazionale che non vediamo ad alti livelli da tempo immemore: tralasciando i motivi della sua convocazione segnaliamo che Korir non si vede dall'ottobre 2015 quando a Chicago chiuse con un tempo poco al di sotto dell 2h11', l'atleta è il vicitore della Boston Marathon 2012, anno in cui risalgono le sue prestazioni cronometriche migliori. I pezzi da 90 del Kenia, che dopo prestazioni opache ha lasciato a casa Dennis Kimetto e Wilson Kipsang ovvero i due uomini più veloci della storia, saranno Stanley Biwott ed Eliud Kipchoge: Biwott è il secondo dell'ultima Maratona di Londra con il crono che si fermò su un grande 2h03'51" ed in carriera vanta 3 sub 2h06', il 30enne nel suo palmares ha anche i successi di Parigi e New York. Kipchoge è invece il vincitore di Londra e capolista mondiale stagionale forte del suo incredibile 2h03'05"; il suo palmares è infinito con due medaglie olimpiche sui 5000m ed altri 5 podi internazionali.
Per l'Africa altri due assi saranno rappresentati dal campione olimpico uscente, l'ugandese Stephen Kiprotich che dopo l'oro di Londra e quello dei Mondiali di Mosca l'anno scorso in Cina ha dimostrato di esserci sempre quando conta chiudendo sesto, e dal campione mondiale in carica, il 21enne eritreo Ghirmay Ghebreslassie, che quest'anno a Londra si è fermato a 2h07'46".
Questi saranno gli uomini da battere ma come spesso, spessissimo, è successo in passato, gli altissimi premi ed ingaggi delle manifestazioni internazionali hanno fatto si che questi atleti puntassero esclusivamente sulle maratone non istituzionali lasciando Mondiali ed Olimpiadi come seconda scelta. Sarà quindi da valutare il reale stato di forma di questi atleti.
Per il contintente nero attenzione a Shumi Dechasa, etiope del Bahrain nel 2015 quinto ai Mondiali, ed a Munyo Solomon Mutai, ugandese tesserato per l'Athletic Terni che viene dal bronzo di Pechino 2015. Uno che nei gruppi di testa c'è sempre è anche il sudafricano Lusapho April che non si vede però da un pò ad altissimi livelli.
GLI ALTRI: dopo l'ottima prestazione degli Europei di Amsterdam lo svizzero Tadesse Abraham ed il keniano di Turchia Kaan Kigen Ozbilen saranno chiamati ad una prova di maturità anche se i due in passato spesso si sono trovati più a suo agio sulla 21.097km, ed Amsterdam lo dimostra, che sulla distanza doppia. Squadra spagnola insidiosa con Castillejo ed Espana a difendere alla ricerca di un difficilissmo exploit così come il britannico Callum Hawkins, 2h10'52" quest'anno a Londra.
Incognite anche sulle reali condizioni di Meb Keflezighi, bronzo addirittura ad Atene 2004, e del giapponese Hisanori Kitajima, praticamente sconosciuto fuori dall'Asia ma tra i migliori bianchi nel 2016. Colui che potrebbe stupire è "il solito" Galen Rupp, argento a Londra 2012 che dopo il quinto posto di 7 giorni fa sui 10mila cercherà ancora una volta una gara di testa.
GLI ITALIANI: come avete visto a differenza della gara femminile il campo dei superfavorti è ristretto ad un piccolo numero di atleti africani con la possibilità, sopratutto in caso di gara non velocissima o sfruttando l'inevitabile crollo di qualcuno in caso di ritmi alti, di inserirsi.
Daniele MeucciLA SCHEDA ha dimostrato più volte di potersela giocare con tutti anche in ambito internazionale e dopo il (probabile) podio mancato ai Mondiali di Pechino 2015 per alcuni problemi fisici nella seconda metà di gara cercherà di rifarsi. Il pisano a Pechino ha capito di avere le potenzialità di salire sul podio e l'ennesima medaglie europea, corsa in pieno carico in vista di Rio, ne è la dimostrazione.
Ruggero PertileLA SCHEDA è finito molto indietro sulla 21.097km continentale ma il quarto posto degli ultimi mondiali lascia aperto uno spiraglio con l'esperienza e l'accortezza del veneto che torneranno utili nelle fasi importanti della gara olimpica. Stefano La RosaLA SCHEDA non ha convinto totalmente ad Amsterdam, dove negli ultimi chilometri ha pagato quasi 2' da Meucci, ma nelle ultime apparizioni ha dimostrato maturità tattica che potrebbero permettere al carabiniere di giocarsela insieme al connazionale nel gruppo di testa, se sarà il La Rosa visto a Treviso e, sopratutto, ad Amsterdam così come per Meucci niente sarà precluso.
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21/08/2016
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