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Alla scoperta delle Brooks Hyperion Max 2: una "scarpa da gara per l'allenamento" da inserire nella rotazione settimanale

Foto di MarathonWorld.it



MarathonWorld.it ha provato una delle ultime novità di Brooks. Una scarpa che possiamo definire "rara", e scopriremo tra poco il perché: stiamo parlando delle Hyperion Max 2.


Dotata dell'ormai celebre intersuola in DNA Flash v2 realizzata con un processo di nitro-infusione, la più grande novità è l'introduzione nello strato profondo della piastra SpeedVault, una piastra in Pebax che non sarà Carbonio ma è sempre un elemento rigido che se deformato va a rispondere con una grande restituzione di energia. Come ripetuto più volte nel corso delle nostre recensioni, è praticamente impossibile deformare in modo significativo la piastra con un'azione di corsa normale e con un'intersuola così alta. La piastra rappresenta un aiutino in più in fase di spinta ma la parte del leone la fanno i materiali e l'intero contesto.


E a proposito di intersuola, come visto nelle Hyperion Elite, questo DNA Flash è si un materiale molto morbido e performante, ma che ha come punto forte l'estrema leggerezza che permetterà di avere una biomeccanica davvero ottimale soprattutto nei runners più esperti, Il ritorno di energia c'è, non lo mettiamo in dubbio, ma non arriva a livelli di altri marchi. E questo non è necessariamente un difetto in quanto permette una gestione ottimale anche a chi non è un top runner. Ma potete capire meglio di cosa stiamo parlando nella recensione delle Hyperion Elite dove avevamo affrontato a fondo l'argomento.


Per scoprire al meglio tutti i dettagli della scarpa e vederla "in azione sul campo", vi suggeriamo di guardare la videorecensione presente sul nostro canale YouTube, alla quale vi invitiamo a iscrivervi per restare aggiornato sulle ultime novità.






Foto di MarathonWorld.it

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BROOKS HYPERION MAX 2 - LE CARATTERISTICHE


Superiormente una tomaia con colori moderni e, novità, il logo Brooks in grandissime dimensioni, davvero molto bello, stampato nella parte interna. Stringhe racer dall'andamento irregolare e una conchiglia posteriore alta, molto protettiva e con imbottiture evidenti. La linguetta è tipica delle scarpe da gara, sottilissima e attaccata direttamente alla base della scarpa, mentre il battistrada è liscio e va a coprire le parti sensibile; probabilmente questo è l'unico aspetto da rivedere in quando con asfalto bagnato si ha la sensazione a volte di andare "a vuoto",ma è pur sempre vero che, essendo una scarpa dall'utilizzo "particolare", e capiremo tra pochi secondi il perché, l'utilizzo su bagnato non dovrebbe essere frequentissimo.


Ma come mai abbiamo parlato di una scarpa rara? nella stragrande maggioranza dei runners troviamo una scarpa pura per l'allenamento di tutti i giorni, protettiva e ammortizzante, e una destinata alle gare, che negli ultimi anni probabilmente è con piastra in Carbonio. Per gli allenamenti di qualità, come possono essere le ripetute o sedute a ritmo gara, è ovvio che si scelga o di usare la scarpa da gara, che vista la sua delicatezza si andrà a usurare in tempi più rapidi del previsto, oppure di sacrificare la daily trainer senza però avere ne la prestazione desiderata ne la sensazione che una scarpa da gara moderna ti può dare. Ecco quindi che Brooks, e non si vergogna a dirlo, inserisce queste Hyperion Max 2: una scarpa dedicata esclusivamente agli allenamenti di qualità. Si avrà un modello vicinissimo a quelli da gara per prestazione ma con un grado di comodità e protezione simile alle daily trainer.


Ovviamente stiamo parlando di una scarpa per pochi, in quanto non tutti possono permettersi una terza scarpa da acquistare nella sua rotazione settimanale e dedicarla esclusivamente a questi tipi di allenamento. Ma per chi può è un serio investimento per preservare gli altri modelli.


Tornando, e finendo, con le specifiche tecniche, l'altezza è notevole: sul tacco è di 30mm e sull'avampiede di 24mm per un drop di 6mm, ovvero 2mm in meno del vecchio modello ma più alto di 4mm sul tallone e ben 6mm sulla punta. Ovviamente si ha un notevole incremento di quantità di materiale, e quindi di parti utili sia ad ammortizzare che spingere. Nel nostro modello Us 9.5 il peso alla bilancia è risultato essere di 255 grammi, addirittura meno di quello indicato nella scheda tecnica, mentre il prezzo è di 170€.




BROOKS HYPERION MAX 2 - LA PROVA IN CORSA



Foto di MarathonWorld.it


Sono due i dettagli che risaltano già dopo i primissimi chilometri: il primo è senza dubbio la comodità, ci si ritrova a correre con una scarpa vicinissima alle caratteristiche di una da gara ma con una comodità generale, soprattutto in fase di spinta, non frequente. Nella scarpe da gara tradizionali spesso si ha una base di appoggio decisamente più rigida rispetto a questo modello, a causa di solette minimali utilizzate per contenere il peso. In queste Max non è così e questo contribuisce alla sensazione generale di comodità, dovuta anche alle numerose imbottiture laterali che si avvicinano più a una daily trainer che a modelli prestazionali.


La seconda caratteristica che risalta, e che avevamo già notato in modo netto nelle Hyperion Elite, è l'assenza di "complicanze" post allenamento: è infatti sorprendente la capacità di questa linea di modelli Brooks di darti modo di spingere a fondo senza lasciarti i classici postumi muscolari tipici della scarpe da gara. La conformazione della scarpa è tutt'altro che estrema, non ha una evidente forma a barchetta e, come giù detto, l'intersuola in DNA Flash è si prestazionale ma non troppo. Motivo per cui la prima caratteristica che noterete usando questo modello è l'assenza pressoché totale di indolenzimenti muscolari sia nell'immediato post corsa che soprattutto il giorno seguente.

E questo accade poiché la capacità prestazionale della scarpa è principalmente legata alla sua leggerezza e alla sua conformazione, che permetterà uno stile di corsa corretto che non vi porterà a strafare. Caratteristica ottima per l'allenamento in quanto si ricerca un giusto compromesso tra prestazione e protezione.


Ultimo dettaglio che si nota in corsa è la fase di spinta. Si ha si la sensazione di appoggiarsi su uno stratto spesso e morbido, ma, portando tutto il peso sul materiale, si percepisce come l'effetto molla così evidente con le scarpe da gara tradizionali sia meno accentuato. E ripetiamo che comunque un beneficio cronometrico c'è, ma è dovuto il larga parte alla capacità di questo modello di farvi correre in modo fluido.


A chi consigliamo quindi queste Brooks Hyperion Max 2? sono ovviamente la scarpa adatta al runner evoluto che ricerca un'ottima prestazione, e sensazioni simili alla gara, anche in allenamento, ma che non vuole usurare la scarpa principale ne ritrovarsi a spingersi oltre i suoi limiti anche negli allenamenti di tutti i giorni. Possiamo definire queste Brooks delle scarpe da gara per l'allenamento...motivo per cui a nostro parere sono adatte anche a tutti gli amatori meno esperti che potranno utilizzare queste Max in gara con la possibilità di gestire al massimo il ritmo e avere un alto grado di prestazione e protezione senza andare fuori giri.