Alex Schwazer

La Gazzetta dello Sport rilancia le indiscrezioni: "Schwazer, il maxi test rafforza dubbi e anomalie"

Entro il 5 settembre, data entro il quale i Ris di Parma invieranno la documentazione al Gip Walter Pelino nell'ambito dell'inchiesta su Alex Schwazer, ne sapremo di più, ma sembrerebbe essere certo che dalle indagini condotte in questi mesi alcune cose non tornerebbero circa la positività del'ormai ex marciatore altoatesino del 1° gennaio 2016.

Come riportato dalla "Gazzetta dello Sport" nell'edizione del 15 agosto, ci sarebbe la conferma di anomalie nelle concentrazioni di DNA nelle provette del Campione A e Campione B incriminate, ricordiamo anche che il laboratorio WADA (agenzia mondiale antidoping) di Colonia fece molta resistenza nel consegnare le provette fornendo inizialmente una provetta non sigillata.

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La Gazzetta scrive che "la concentrazione di DNA di Schwazer nel Campione B risulterebbe essere 3 volte maggiore rispetto al Campione A" ed inoltre il dato numerico del DNA presente sarebbe abnorme nonostante gli oltre 2 anni che sono passati dal prelievo. I periti IAAF hanno controbattuto presentando uno studio dell'Università di Ginevra ma i Ris avrebbero a sua volta dimostrato l'estrema inattendibilità del caso presentando una ricerca su 100 soggetti, alla quale è stato sottoposto un iter identico a quello delle analisi antidoping, in cui in nessun caso (rapporto 1 a 3 nelle 2 differenti provette) ci si è avvicinati al dato di Schwazer.

Quello a cui si vuole arrivare è dimostrare un inquinamento dei campioni che non presenterebbero un secondo DNA ma che rileverebbero una possibilità di "pompaggio" di DNA "extra" di Schwazer al fine di coprire eventuali manipolazioni.

I Ris saranno incaricati solamente nel presentare le loro valutazioni, sarà compito della magistratura giungere alle debite conclusioni.

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15/08/2018