Tor des Géants
Franco Collé stacca Romain Olivier e si avvia a vincere per la quarta volta il Tor des Géants: gli aggiornamenti
Foto di Anja Bakowska | Zzam Agency
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Si sono fatti compagnia per più di 24 ore, dalla notte tra domenica e lunedì fino alla mattina di martedì, condividendo circa 150 chilometri, albe, notti, temperature alte, difficoltà fisiche. Poi il corpo di uno ha avuto bisogno di riposo, dando di fatto il via libera all’altro: Franco Collé e Romain Olivier si sono separati quando il francese ha sentito la stanchezza e ha avvertito la necessità di dormire prima del Rifugio Magià, Collé lo ha assistito nella ripida discesa dalla Fenêtre de Tsan, poi lo ha salutato ed ha allungato.
Olivier si è fatto una doccia, ha riposato un po’ ed è ripartito più lucido, rimontando gradualmente sul valdostano nel tratto tra il Rifugio Cuney e Oyace. A Ollomont il francese è entrato indietro di 45 minuti, ma si è fatto massaggiare la gamba destra per un fastidio a un tendine, ripartendo con 1h21’ di ritardo su Collé. Allo Champillon il divario era di circa un'ora e mezza.
Inizia per loro l’ultima notte – anzi, ancora meno – sui sentieri valdostani: il loro arrivo sotto l’arco del Jardin de l’Ange di Courmayeur è previsto attorno alle 3-4 del mattino, stando al ritmo a cui stanno viaggiando. Nel mirino, oltre alla vittoria, c’è anche il record di 66h43’57”, fatto registrare dallo stesso Collé nel 2021, un’occasione ghiotta alla portata del valdostano.
Tre ore dietro Olivier il quartetto composto da Corneliu Buliga, Gianluca Galeati, Galen Reynolds e Damian Hall continua a marciare compatto e ancora nessuno ha sferrato l’attacco decisivo per il terzo posto.
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La gara femminile continua a vedere la britannica Emma Stuart in testa, brava ad amministrare il suo viaggio quando mancano ancora poco meno di 100 km al traguardo. Invariate le posizioni alle sue spalle, con Jocelyne Pauly a circa un’ora e Sophie Grant a due, mentre ieri sera si è nuovamente concretizzata la “maledizione” per Lisa Borzani costretta al ritiro.
Intanto, alle 21 è partito da Gressoney-Saint-Jean il TOR130 – Tot Dret con 389 atleti al via. Dovranno concludere 130 chilometri con 12.000 metri di dislivello in meno di 44 ore, affrontando l’ultimo tratto del TOR330. Non ci si faccia ingannare dal chilometraggio “ridotto”: è una gara dura, tutta da correre, con barriere orarie strette e diversi passaggi tecnici da affrontare fin dalla prima notte.
Molto aperta la sfida tra chi succederà a Henri Grosjacques, detentore del record della corsa con le sue 22h06’31” dell’anno scorso. Tra i più papabili ci sono Alessandro Macellaro, Giovanni Paris, Daniel Jung, Diego Casabonne, Mark Darbyshire, Bai Hui, mentre tra le donne è sfida aperta tra Agnese Valz Gen, Amandine Bomberger, Emilie Collomb.
Mercoledì a Courmayeur sarà una giornata di grandissime emozioni. Tabelle alla mano, è infatti previsto per il pomeriggio o la serata – quasi in contemporanea con l’arrivo dei primi del TOR130 – anche il vincitore del massacrante TOR450 – Tor des Glaciers. Sébastien Raichon è infatti già arrivato al Rifugio Crête Sèche ben 10 ore prima dell’anno scorso, quando tagliò il traguardo alle 23.57: “Non volevo farvi andare a dormire troppo tardi”, disse allora. Domani potrebbe arrivare in tempo per poter fare l’aperitivo, o per il caffè dopo pranzo. Alle sue spalle, Peter Kienzl è andato in crisi nella notte e si è fatto rimontare circa 4 ore da Erwee Tiaan, ora secondo davanti all’altoatesino.
Speculare la situazione tra le donne: Florence Golay-Geymond viaggia con costanza con vantaggi abissali sulle altre (attorno alle 6 ore sulla seconda, 9 sulla terza). Al secondo posto ora c’è Marina Plavan, ormai una habituée del Tor des Glaciers, che nella notte ha superato Amy Sproston.
12/09/2023
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