Usain Bolt

La storia di Usain Bolt: da recordman di 100m e 200m all'avventura nel calcio passando per il business

Recordman nei 100 e 200 metri piani, pluri-medagliato mondiale e olimpico, aspirante calciatore professionista e oggi uomo d'affari: è il percorso del giamaicano Usain Bolt, leggenda assoluta dello sport globale. Nei giorni in cui si stanno disputando i mondiali di atletica in Qatar è importante ripercorrere le imprese di un personaggio che ancora ci oggi manca tantissimo. In pista e fuori.

Con i suoi quasi due metri di altezza e quasi 100 kg di peso, Usain Bolt ha rivoluzionato il concetto stesso di profilo ideale dello sprinter: non più baricentro basso e corsa agile ma potenza e una velocità in progressione inarrestabile. E pensare che alle prime esperienze nell'atletica professionista aveva faticato più del previsto. Appena 18enne alle Olimpiadi di Atene e ai successivi Mondiali non riuscì a esprimere tutto il suo potenziale. Ma la svolta è dietro l'angolo.

Ai Giochi di Pechino il giamaicano mostra a tutto il mondo cosa è in grado di fare e sposta di vent'anni nel futuro l'atletica leggera. Nella finale dei 100 metri Bolt abbassa il primato del mondo a 9”69: e lo fa rallentando il suo slancio negli ultimi trenta metri con una scarpa che si slaccia ed esultando sulla linea del traguardo. Esperti e analisti diranno che senza quello show avrebbe potuto chiudere sul 9”52. Uno spettacolo unico che continuò anche nei 200 con la caduta del limite di 19”32 fissato da Michael Johnson, portato a 19”30.

Limiti ancora oggi invalicabili per tutti e che l'anno successivo scenderanno ancora. Ai Mondiali di Berlino Bolt chiude i 100 metri in 9”58 e i 200 metri con uno stratosferico 19”19, un primato che, ci azzardiamo a prevedere, resisterà ancora per moltissimi anni. È il picco massimo delle prestazioni del giamaicano che non si avvicinerà più a quei crono, anche a causa dei numerosi infortuni che arriveranno di lì in poi. Infortuni che non gli hanno impedito comunque di tornare a vincere e di portare il suo bottino finale a 8 ori olimpici e 11 ori mondiali, con 2 argenti e 1 bronzo da aggiungere nelle rassegne iridate. Il tutto tra 100 e 200 metri e staffette.

Diventato personaggio ben oltre la pista d'atletica, Bolt stupirà tutti svelando la sua passione per il calcio e annunciando di voler tentare la carriera professionistica una volta lasciata la corsa. E quello che sembrava uno scherzo, si rivelerà un tentativo serio, lungo un anno, e che lo porterà a vestire diverse maglie.

Nel 2018 Usain diventa così calciatore. Dopo essere stato monitorato dal Borussia Dortmund, squadra impegnata nella Champions League 2019/2020, e aver fatto alcuni provini con i gialloneri, Bolt scende più volte in campo con la maglia dei norvegesi dello Strømsgodset, gioca una gara amichevole a Old Trafford, il tempio del Manchester United, squadra di cui è tifosissimo e sbarca in Australia per entrare nelle file dei Central Coast Mariners. È questa l'esperienza calcistica più importante: con la formazione che milita nella A-League disputerà alcune partite di esibizione, segnando anche due gol.

L’ultima indiscrezione di mercato l’aveva accostato ai Dorados de Sinaloa, squadra messicana allenata da un'altra leggenda dello sport, Diego Armando Maradona. Voce subito smentita. Respinta un'altra offerta dei maltesi del La Valletta poco prima che terminasse la parentesi ai Mariners, Bolt ha deciso di lasciare ufficialmente anche il calcio. A gennaio 2019 l'annuncio: "Non voglio dire di non averci creduto, ma ho comunque imparato la lezione". Con queste parole in conferenza stampa, Usain ha deciso di lasciare il mondo del pallone per dedicarsi completamente agli affari.

Lavoro per la mia Fondazione e i miei sponsor, esco la sera, ogni tanto vado a correre, ho mille progetti – ha proseguito il campione giamaicano. Mi sono serenamente ritirato e vivo la vita del pensionato felice. Con l’atletica competitiva ho chiuso. Anche se mi manca la gara, non certo l’allenamento. E l’energia di uno stadio pieno. Quell’adrenalina non l’ho mai più ritrovata”. E non l'hanno più ritrovata neanche i milioni di appassionati che hanno seguito la sua parabola sportiva nelle piste di tutto il mondo.

 

 

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11/10/2019