Tor des Géants

Il 40enne valdostano Franco Collè vince per la seconda volta in carriera il Tor des Geants!

Avrebbe dovuto essere un arrivo a braccia abbassate, in tutto relax, visto le circa 4 ore di vantaggio che Franco Collé aveva accantonato fino all’ultima base vita, - quella di Ollomont - su Galen Reynods, il suo inseguitore più prossimo. Invece è stato un arrivo quasi al fotofinish, perché i 37 minuti di distacco tra i due, su una distanza di 330 chilometri, sono davvero un’inezia; una manciata di falcate in più o in meno su un tratto in salita o una piccola corsa in discesa.

Fatto sta che il quarantenne ingegnere valdostano ha messo a segno la sua seconda vittoria al Tor des Géants® 2018, dopo quella ottenuta nel 2014, quando archiviò la gara con il tempo di 71 ore e 49 minuti. Questa volta il suo tempo complessivo ha superato di soli 3 minuti le 74 ore.


“Ero convinto di farcela fino all’ultimo colle, quello del Malatrà, poi ho cominciato ad avere dubbi quando mi hanno detto che il mio vantaggio era di soli 15 minuti. Così non mi è rimasto altro da fare che dare fondo a tutto”, ha detto Collé subito dopo il traguardo. In realtà il suo vantaggio al Malatrà era di 35 minuti e quello di segnalare tempi inferiori, proprio per suscitare reazioni nel corridore, è un vecchio trucco che viene da mondo del ciclismo.

Collé ha faticato assai negli ultimi 40 chilometri, ma ha tenuto duro, il carattere ha prevalso sul fisico; la voglia di rifarsi dalla delusione dello scorso anno, quando fu costretto al ritiro dopo aver condotto la gara, è stata più forte della stanchezza sempre più avvolgente.

La testa è riuscita a scovare residui di energie in ogni parte del corpo.


Onore e applausi al trentaquattrenne canadese Galen Reynolds, che ci ha provato fino all’ultimo chilometro. Un secondo posto strepitoso, con il tempo di 74 ore e 40, che ha migliorato la settima posizione dello scorso anno.

Al terzo posto del TOR, con il tempo di 77 ore e 31 minuti, l’altoatesino Peter Kienzl, che ha all’attivo numerosi ultra trail internazionali. II quarantatreenne atleta di Avelengo, borgo sopra Merano, rappresentante di una azienda che produce speck, si era posto una serie di obiettivi: “Il primo”, ha detto tra i sorrisi e le lacrime di commozione, “era arrivare sano e salvo in fondo, perché una gara così lunga è ricca di incognite”. Il secondo: “entrare nei primi dieci”. Il terzo “avere un po’ di fortuna e salire sul podio”. Terzo desiderio esaudito; ma la fortuna non centra, c’entrano le sue indiscutibili capacità fisiche e mentali.

In giornata è previsto l’arrivo anche del primo concorrente del Tot Dret, la gara di 130 km partita ieri alle 21 da Gressoney Saint Jean. Detta il ritmo, davanti a tutti, Marco Mangaretto, forte atleta di Pont Saint Martin. Dovesse finire così, a Courmayeur sarebbe un doppio successo valdostano, tra gli ultratrailer di 70 Paesi.

Gente tosta, tra queste montagne.



12/09/2018