Mizuno Wave Rider 19

Mizuno Wave Rider 19, tradizione che si rinnova: alla scoperta della calzatura della casa giapponese

Mizuno Wave Rider 19, tradizione che si rinnova. Con questo modello, che anticipiamo sin da subito rappresenta con molta probabilità la migliore scarpa da noi mai recensita, la casa giapponese ripropone un grande classico, e non potrebbe essere altrimenti viste le 18 precedenti versioni, e fa ingresso per la prima volta nella nostra Area Test.

Una scarpa che non va a cercare eccessive novità, l'estetica è molto simile alle versioni precedenti, ma va a consolidare le certezze che nel passato hanno portato le Wave Rider ad essere una tra le calzature più celebri e vendute al mondo.


Il drop si mantiene accentuato con la suola molto reattiva, fattori che porteranno il runner ad essere sempre in una posizione di spinta mantenendolo quindi concentrato per la gioia del cronometro. Scarpa adatta per un po' tutte le distanze della corsa su strada, dai 10km alla 42.195km, con un peso davvero ridotto per la sua categoria che renderanno queste Mizuno ideali non solo negli allenamenti ma anche nelle gare.


L'ESTETICA: Disponibile in tre diverse versioni: la nostra si presentava azzurra anteriormente con una sfumatura che la rendeva gialla posteriormente, stesso colore delle inserzioni della suola, le Wave Rider 19 si fanno notare in quanto tutte le configurazioni cromatiche presentano colori accesi e moderni; sulle "fiancate" risalta il logo Mizuno argentato accompagnato poco più dietro dal logo della scarpa.

Posteriormente, sul rinforzo del tallone, il logo della casa di Osaka è inserito nel triangolo riflettente che vi renderà visibili nelle ore notturne.


TOMAIA: Costituita da una serie di maglie intrecciate che oltre ad essere gradevole esteticamente e piacevole al tatto renderanno la calzatura ultratraspirante nella porzione mediale ed anteriore.

La solidità della scarpa sarà direttamente proporzionale al cambio di colore con il blu che man mano diventerà giallo e la consistenza della scarpa sempre più rigida al fine di proteggere il compartimento posteriore del piede.

Quello che sorprende è che al tatto la scarpa appaia davvero rigida e protettiva come una pura A3 ma sollevandola si rimarrà sorpresi dal peso davvero contenuto, intorno ai 260grammi, che la renderanno performante a più andature.


I lacci leggermente elasticizzati ed ovoidali andranno a completare un compartimento ampio ma adattabile che, come del resto le versioni precedenti, renderanno comoda la calzata di questa Mizuno.


SUOLA: E' questa la carateristica che da sempre fa amare od odiare questo marchio ed, in linea con la sua storia, Mizuno ripropone una suola con tecnologie rinnovate ed essenziali ma conformazione pressochè invariata.

Materiali rigidi che renderanno la scarpa brillante e reattiva e drop (differenza di altezza tra parte posteriore ed anteriore) accentuato rispetto alla concorrenza: questo drop farà si che i piedi, e di conseguenza la postura, siano leggermente sbilanciati in avanti favorendo così un atteggiamento di corsa "propositivo".

Durante il nostro test per esempio abbiamo corso agevolmente sedute di 40' ad una media di circa 5' al chilometro quando nel medesimo periodo i nostri standard erano intorno ai 5'20"; questo non vuol dire assolutamente che la scarpa sia miracolosa ma, come spiegato in precedenza, la sua conformazione ti renderà partecipe ed in molti casi ti inviterà a procedere spedito!

L'intento dei progettatori di questa scarpa è infatti a nostro parere quello di limitare un appoggio puramente di tallone (peraltro biomeccanicamente scorretto ed usurante) favorendo il contatto con il "mesopiede" che renderà la rullata ideale e quindi performante.

Segnaliamo inoltre che a differenza di quasi tutte le altre case produttrici Mizuno mantiene una conformazione della suola "a due porzioni", quella anteriore e quella posteriore intervallate da un arco, dove tra l'altro si potrà scorgere il gel blu.



Foto di MarathonWorld.it

TECNOLOGIE: sono nove gli accorgimenti che la casa indica per questa scarpa. Ad AIRmesh è affidata la traspirabilità ed il comfort della tomaia mentre Intercool eviterà l'accumulo di umidità sotto la soletta, tutte le altre tecnologie saranno concentrate inferiormente.

Partiamo dal Wave, che da il nome a questa decennale linea e rende riconoscibile la scarpa tramite le due onde poste sotto il tallone, per spiegarla Mizuno fa un paragone con le onde marine e sonore che dissipano rapidamente la loro energia: questa scarpa infatti è costruita per non disperdere casualmente le vibrazioni al momento del contatto ma concentrarle e dissiparle secondo particolari schemi che favoriranno l'impatto e l'avanzamento, da qui la reattività della scarpa descritta in precedenza.


Addio quindi a gel, presente ma con intenti diversi da quelli usuali, od altre sostanze ammortizzanti, le Wave Rider 19 andranno a vivere di energia propria sfruttando quella che il runner metterà in campo ad ogni appoggio.

Passando all'intersuola troviamo l'U4ic, la parte bianca e più presente in questa porzione di scarpa: il materiale che attenuerà "gli shock" è stato migliorato rispetto alle precedenti versioni con una leggerezza del 30% maggiore.

Infine, oltre all'SR Touch (una sorta di rinforzo inferiore al tallone), presenti due diversi materiali nel battistrada: il più duro X10, nero ed in gomma di carbone, posto nelle zone soggette a maggior usura ed il più flessibile SmoothRide, giallo e posto esternamente.

Non lasciatevi ingannare però da i molti dati che vi abbiamo fornito: le Mizuno Wave Rider 19 rappresentano una scarpa semplice e senza troppi fronzoli che bada più al sodo che alle promesse.


IL TEST: come vi abbiamo anticipato la scarpa ci ha da subito colpito per la leggerezza abbinata ad una solidità non certo comune nelle scarpe di oggi che ha permesso allenamenti lunghi con ottimi riscontri cronometrici senza poi dover pagare dazio con i classici fastidi tipici delle scarpe ultraleggere.

Certo, il drop molto accentuato necessita di un adattamento per chi non è abituato al leggero sbilanciamento (ma non si corre di certo con i tacchi come a volte si sente dire!) ma dopo alcune uscite, almeno nel nostro caso, non abbiamo più saputo rinunciare a questo modello.

A nostro parere la scarpa si adatta perfettamente alla strada, ed eventualmente a terreni sterrati, coprendo una vasta gamma di distanze percorribili ed allenamenti effettuabili e, per chi non è alla ricerca di particolari primati, utilizzabili anche in mezze e, sopratutto, maratone.

Una calzatura promossa decisamente a pieni voti!


02/03/2016