Dario Morandi

Il campione italiano Fispes Dario Morandi corre verso la maratona di Roma dopo il titolo tricolore di Oristano

La stagione agonistica nazionale di atletica paralimpica si è aperta domenica 5 marzo ad Oristano con l’assegnazione dei titoli italiani di mezza maratona. All’interno della quarta edizione della Mezza maratona del Giudicato si è svolto il campionato italiano. Tra i convocati dalla Fispes, il bergamasco Dario Morandi in forza all’Omero Runners Bergamo e all'Asd Runners Bergamo. Che non ha deluso le aspettative e si è portato a casa l’ennesimo titolo tricolore.

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Un piede infortunato, uno stop forzato, il riposo da novembre a gennaio: la stagione di Dario Morandi, a dire il vero, non era iniziata con il morale alle stelle. «Ho ricominciato a correre solo a febbraio e la mezza maratona di Treviglio è servita a darmi le prime indicazioni. Ho capito che il piede stava guarendo, le sensazioni sono state positive. Ho finito in 1h32’02, un buon allenamento». A una settimana di distanza lo attendeva l’appuntamento più importante: era infatti stato convocato dalla Fispes per il campionato italiano.

«Un’accoglienza splendida già il sabato, all’atterraggio a Cagliari e alla cena di gala». In gara, domenica, l’atmosfera è stata la medesima. «Se dovessi dare un voto alla società organizzatrice, sarebbe senza dubbio un dieci». Dario Morandi si è presentato al via della competizione con la precisa intenzione di riconfermarsi campione italiano. Al suo fianco Pier Maria Ferrari, guida esperta. «Sono partito impostando un ritmo tranquillo per i primi 5 km. Poi ho aumentato. Sentivo di stare meglio rispetto a Treviglio dove ho avuto problemi di respirazione. Al km 16 ho calato, ero stanco, ma ho resistito gestendomi al meglio fino al traguardo». «È andato fortissimo – conferma Pier Maria – e ha tenuto duro anche dopo la crisi». Dario ce l’ha fatta: sua la prima posizione nella categoria T12 (ipovedenti) fermando le lancette dell’orologio su 1h27’03”.

È stato premiato alla presenza del presidente Fispes Sandrino Porru, che ha dichiarato: «Una giornata fantastica, in cui l’attività paralimpica è stata perfettamente integrata ad un evento Fidal e i molti spettatori nel percorso hanno goduto di un’atmosfera gioiosa vivendo lo sport paralimpico a 360°. Ottimo lavoro da parte della SaSpo Cagliari che ha messo a disposizione gratuitamente vitto, alloggio e trasporti per il campionato Fispes».
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«Dario veniva da un infortunio alla caviglia, aveva bisogno di questo risultato – racconta Pier Maria -, era da un po’ che non correva così forte. In manifestazioni così importanti, chi conduce non solo deve reggere i ritmi dell’altro, ma deve averne un po’ di più rispetto all’atleta da guidare. Siamo molto amici ed è sorta spontanea la decisione di partecipare insieme al campionato. Il campione è Dario, per me è una soddisfazione grandissima essere stato la guida del vincitore del titolo italiano: mi riempie di orgoglio». «Pier Maria è bravissimo – ribatte Dario – ci troviamo bene in ogni occasione. Se non fosse stato per lui, alla maratona di Padova mi sarei ritirato al 38° km, invece lui mi ha sostenuto e convinto a finire: grazie a lui ho vinto l’italiano anche lì». Pier Maria è un mezzofondista con un trascorso da triatleta. Da oltre 10 anni riveste anche il ruolo di guida nei team Omero Runners Bergamo e asd Runners Bergamo. «In settimana faccio fatica a dedicare del tempo i runner, ma quasi ogni domenica mi rendo disponibile». Così, spesso, accantona le velleità personali e mette la propria esperienza al servizio degli altri corridori.

Al rientro dalla Sardegna, gli amici e le famiglie attendevano la coppia in aeroporto, una festa a sorpresa con striscioni e bandiere: «Non me lo sarei mai aspettato», sorride Dario. Poco però il tempo di godersi la medaglia. Il 2 aprile a Roma è in palio il titolo italiano di maratona. L’avventura più
intrigante però è un’altra: la 100 km del Passatore a fine maggio. «Vorrei provare a farla, la sogno da due anni».

Dario Morandi, 36enne, vive a Fiumenero, frazione di Valbondione (Alta Valle Seriana), e pratica la corsa dall’età di 23 anni. «Amo la corsa in montagna, sulle montagne di casa. Adesso che mi preparo e corro solo su strada e su pista, i sentieri mi mancano, ma mi piace molto anche la corsa su asfalto e mi sono adeguato. E poi sui monti ci vado ugualmente, a passeggiare».

Le prime gare nel 2014, quando si è tesserato nelle fila dell’Omero Runners Bergamo e dell’asd Runners Bergamo tramite Mario Poletti, referente tecnico della nazionale Fispes di atletica paralimpica. «Mario è stato il mio professore di educazione fisica alle scuole medie. Ho avuto la fortuna di incontrarlo anni dopo. Mi ha introdotto lui nell’agonismo, mi segue da vicino e mi consiglia nella preparazione».
 

L'atleta bergamasco ha avuto una crescita costante e ha portato a casa titoli italiani sia nella mezza che in maratona. «Il mio personale sui 21 km? 1h26’20’ a Treviglio nel 2016». Sa che si può limare tanto. «Vorrei arrivare a un tempo intorno all’ora e venti». L’altro suo obiettivo, al di fuori delle competizioni, riguarda l’ambito professionale: «Sono disoccupato al momento. Cerco lavoro e non è facilissimo trovarlo perché essendo ipovedente non posso avere la patente. Ma non sono il tipo che si scoraggia facilmente. Continuo a cercare!». Nel frattempo è immerso con impegno e dedizione nella sua più grande passione, che gli sta dando continue soddisfazioni: «Ringrazio Rino (Pier Maria, ndr), le altre guide che mi supportano e mi sopportano e Mario Poletti. Una dedica alla mia famiglia, agli amici Omero e agli amici Runners Bergamo». Adesso a tutto gas verso Roma.

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17/03/2017