Approfondimento
Maratona o poker, la partita si gioca nella mente - Un approfondimento
Sia che tu stia affrontando i 42 chilometri di una maratona o una lunga sessione al tavolo da poker, la vera battaglia non è nelle gambe o nelle carte, ma nella testa.
Resistenza mentale, gestione dello stress e prontezza nel prendere decisioni sotto pressione accomunano runner e pokeristi più di quanto sembri.
Questo articolo mette a confronto due mondi diversi ma sorprendentemente simili, dove il controllo delle emozioni e la capacità di restare lucidi fanno davvero la differenza.
Preparati a scoprire come allenare la mente può trasformare le tue prestazioni su strada e al tavolo verde, portandoti un passo avanti rispetto agli altri.
Pokerio Mokykla: la palestra per una mente vincente dentro e fuori dal tavolo
Non basta conoscere le regole del gioco per emergere: nel poker, la vera differenza la fa chi sa allenare la testa. È proprio questa la filosofia di Pokerio Mokykla, dove ogni giocatore impara a gestire pressione, emozioni e momenti di crisi.
Quello che sorprende è quanto queste abilità siano preziose anche al di fuori del poker. Pensiamo alla corsa di resistenza: mantenere concentrazione quando le energie calano, restare lucidi dopo un errore o reagire alle difficoltà sono qualità che accomunano runner e pokeristi.
Alla Pokerio Mokykla, l’allenamento mentale parte dalla consapevolezza dei propri limiti. Vengono insegnate tecniche pratiche per rafforzare la resilienza: esercizi di mindfulness per restare centrati, strategie di gestione dello stress, routine per migliorare il focus anche durante i momenti più duri.
Uno degli aspetti più utili è l’attenzione all’autocontrollo. Imparare a riconoscere i segnali di tilt o di fatica mentale permette sia ai giocatori che agli atleti di resistere alle tentazioni impulsive e recuperare rapidamente lucidità.
In definitiva, l’approccio mentale coltivato qui è un vantaggio trasversale: chi frequenta Pokerio Mokykla si accorge presto che allenare la mente non aiuta solo al tavolo verde ma anche in tutte le sfide dove contano concentrazione e resilienza.
Resistenza mentale: maratona e poker, la vera sfida della lucidità
Quando la fatica si fa sentire, è la testa che decide chi arriva in fondo e chi invece si arrende.
Sia nella maratona che in una lunga sessione di poker, il calo di energia non è solo fisico: spesso è la mente a lanciare i primi segnali di cedimento.
Mantenere la concentrazione e motivazione anche nei momenti più duri non è semplice, ma le tecniche di endurance psicologica aiutano a restare lucidi quando tutto sembra andare storto.
Questa capacità accomuna runner e pokeristi esperti: chi sa resistere mentalmente riesce ad affrontare ostacoli imprevisti, gestire i cali di performance e ripartire più forte quando serve davvero.
Gestire la fatica: strategie per non cedere
Nessun runner può evitare il momento in cui le gambe pesano e la mente suggerisce di rallentare o addirittura fermarsi.
Anche al tavolo verde, dopo ore di gioco, l’attenzione cala e la tentazione di prendere scorciatoie diventa forte.
La respirazione consapevole è uno strumento prezioso: aiuta a rientrare nel presente e abbassare il livello dello stress. Molti atleti usano esercizi come il respiro quadrato o la visualizzazione per ricaricare l’energia mentale tra un chilometro e l’altro.
I pokeristi puntano sulle pause strategiche. Anche solo cinque minuti lontano dal tavolo possono bastare per schiarirsi le idee, ristabilire priorità tattiche e non farsi travolgere dall’impulso del momento.
- Respirazione profonda per allontanare i pensieri negativi
- Pianificazione delle pause durante sessioni lunghe
- Micro-obiettivi per restare motivati lungo il percorso o tra una mano e l’altra
L’esperienza insegna che riconoscere i segnali della fatica – fisica o mentale – permette di agire prima che sia troppo tardi. Questa consapevolezza fa davvero la differenza sul risultato finale.
Il dialogo interiore: la voce che fa la differenza
Quando tutto sembra andare storto, è il dialogo interiore a decidere se molliamo o stringiamo i denti.
Maratoneti esperti imparano a sostituire pensieri come “Non ce la faccio” con frasi più funzionali: “Un passo alla volta”, “Supera solo questo chilometro”. Questo dialogo positivo aiuta a tenere alta la motivazione anche dopo 30 chilometri sotto il sole.
I giocatori di poker affrontano lo stesso dilemma mentale. Quando perdono una grossa mano o entrano in una fase negativa (il classico downswing), rischiano di lasciarsi condizionare dalla frustrazione. Qui entra in gioco l’autoconversazione costruttiva: parlare con sé stessi come si farebbe con un amico aiuta ad accettare gli errori senza farsi travolgere dal nervosismo.
- Sostituire i pensieri sabotanti con affermazioni realistiche
- Concentrarsi sul processo anziché solo sull’esito finale
- Darsi piccoli rinforzi mentali (“Ho fatto tutto quello che potevo”)
Avere controllo sulla voce interiore rende possibile superare i momenti bui senza perdere fiducia nei propri mezzi. Sia sulla strada sia al tavolo, questa abilità spesso vale più della tecnica pura.
Ricerca sulla resilienza mentale nello sport e nel poker
C’è chi pensa che maratona e poker siano mondi separati, ma diversi studi degli ultimi anni raccontano una storia diversa.
Nel 2024, l’International Mind Sports Association ha ufficialmente riconosciuto il poker tra le discipline mentali accanto ai grandi sport di endurance. Secondo molti esperti citati nello studio Resilienza mentale a confronto, sia runner sia giocatori professionisti devono coltivare strategie simili per allenare quella che viene definita “resistenza mentale”.
I risultati mostrano che le tecniche più efficaci includono:
- Pianificazione delle routine mentali prima della gara o del torneo
- Lavoro costante su concentrazione ed emozioni tramite esercizi quotidiani
- Sviluppo della capacità di ripartire dopo una sconfitta o un imprevisto importante
L’elemento comune? La resilienza non nasce dal nulla ma si costruisce attraverso esperienza pratica, riflessione personale e confronto con altri atleti o giocatori abituati alla pressione prolungata. In entrambi i mondi vincere passa sempre da qui: tenere duro quando conta davvero.
Gestione dello stress e delle emozioni: il vero campo di battaglia
La maratona e il poker hanno qualcosa in comune che spesso viene sottovalutato: la capacità di gestire lo stress nei momenti decisivi.
Quando la fatica si fa sentire, è facile perdere il controllo delle proprie emozioni. In quel momento, ogni decisione rischia di essere meno lucida, più impulsiva.
Saper gestire lo stress diventa allora la vera sfida. Chi mantiene la calma trova soluzioni anche quando tutto sembra sfuggire di mano, sia dopo 30 chilometri di corsa che dopo ore al tavolo verde.
Lavorare sul controllo emotivo significa dare spazio alla razionalità e scegliere con chiarezza, senza farsi travolgere dalla pressione del momento. È qui che si decide chi resta in gara fino alla fine.
Il tilt e il muro: riconoscere i segnali di crisi
Nel poker si parla di "tilt" quando le emozioni prendono il sopravvento e si iniziano a commettere errori su errori. Nella corsa questo stato mentale si traduce nel temuto "muro", ovvero quella fase in cui sembra impossibile andare avanti.
Entrambi i fenomeni partono da segnali precisi: irritazione crescente, calo della concentrazione, perdita della fiducia nelle proprie scelte. Ignorare questi sintomi porta quasi sempre a una discesa ancora più rapida nella crisi.
Un runner esperto sa riconoscere il muro già dalle prime avvisaglie—magari un pensiero negativo insistente o una difficoltà imprevista nelle gambe. Allo stesso modo un buon giocatore intuisce quando sta per entrare in tilt e cerca subito una strategia per ritrovare equilibrio.
Riconoscere questi segnali è il primo passo per non lasciarsi travolgere e rimanere padroni della situazione anche sotto pressione.
Tecniche di rilassamento e reset mentale
Sia i maratoneti sia i pokeristi hanno sviluppato esercizi pratici per recuperare lucidità quando lo stress sale alle stelle.
Le tecniche più usate? Respiri profondi lenti aiutano a calmare il battito cardiaco e riportano attenzione al momento presente. La mindfulness, con piccole pause consapevoli durante la gara o tra una mano e l’altra, aiuta a interrompere il flusso dei pensieri negativi.
C’è poi chi preferisce visualizzare mentalmente una situazione positiva: un traguardo tagliato oppure una mano vinta grazie a una buona scelta. Questo reset mentale può bastare per riprendere fiducia nei propri mezzi ed evitare errori dettati dalla tensione.
Sperimentare queste strategie permette a ciascuno di trovare la propria via per non farsi sopraffare dalla pressione e restare concentrati sull’obiettivo finale.
Studi su stress e performance decisionale
L’impatto dello stress sulle scelte è stato oggetto di varie ricerche negli ultimi anni, sia nel mondo sportivo che in quello del gioco competitivo.
Stress e decision making nel poker, uno studio realizzato da Pokerology nel 2023, ha dimostrato come la gestione dello stress migliori sensibilmente la qualità delle decisioni prese al tavolo verde. Gli autori notano forti analogie tra pokeristi e atleti di endurance proprio nella capacità di mantenere lucidità sotto pressione.
I risultati mostrano che chi sa controllare le proprie emozioni valuta meglio i rischi, riduce le mosse impulsive ed evita “crolli” nei momenti chiave della gara o della partita. Questo suggerisce che allenare la mente può fare davvero la differenza tra vittoria e sconfitta, indipendentemente dal campo da gioco scelto.
La strategia mentale prima, durante e dopo la sfida
Chi pensa che la partita mentale inizi solo al via di una maratona o con le prime mani di poker si sbaglia.
La preparazione della testa parte molto prima dell’evento e prosegue anche dopo.
Saper costruire una routine pre-performance, adattarsi rapidamente agli imprevisti e recuperare davvero sono tre pilastri che fanno la differenza tra chi si limita a partecipare e chi raggiunge risultati costanti nel tempo.
Nella mia esperienza, i runner più efficaci sono quelli che allenano la flessibilità mentale quasi quanto quella muscolare.
Anche chi gioca a poker ad alti livelli sa bene che la vittoria non dipende solo da una mano fortunata, ma dalla capacità di rimettersi in carreggiata dopo ogni errore o colpo duro.
Routine mentali pre-gara e pre-partita
Entrare nello stato mentale ottimale è un obiettivo condiviso sia dagli atleti sia dai pokeristi.
I runner spesso utilizzano visualizzazioni: immaginano il percorso, le difficoltà, il taglio del traguardo. Questa tecnica aiuta a ridurre l’ansia e ad affrontare meglio gli imprevisti che puntualmente si presentano in gara.
Anche nel poker molti professionisti adottano rituali prima della sessione. Alcuni ascoltano playlist specifiche per trovare concentrazione; altri fanno esercizi di respirazione profonda o meditazione breve per calmare la mente e focalizzarsi sulle decisioni migliori.
Personalmente ho trovato utile scrivere nero su bianco le aspettative della giornata: chiarisce cosa voglio ottenere e quali emozioni potrei incontrare. Così è più semplice reagire con lucidità se le cose prendono una piega diversa dal previsto.
Adattarsi agli imprevisti: flessibilità sotto pressione
Nessuna maratona va mai come pianificato. Basta un cambio meteo improvviso o una crisi muscolare a metà gara per dover riscrivere i propri piani al volo.
Nel poker questa abilità prende il nome di “adjustment”: leggere il tavolo, capire quando cambiare marcia oppure quando rallentare per non sprecare energie mentali ed emotive.
Ho visto tanti runner ostinarsi su una tabella troppo ambiziosa invece di ascoltare corpo e sensazioni. Stessa storia tra i giocatori che inseguono mani perse senza fermarsi a ragionare. In entrambi i casi, serve allenamento costante per accettare l’imprevedibilità senza perdere lucidità né motivazione.
- Mantenere flessibilità nelle strategie
- Accettare errori come tappe del percorso
- Saper “resettare” dopo uno scivolone
Ricerca sul recupero mentale post-performance
Dopo una lunga fatica fisica o mentale spesso si sottovaluta quanto sia importante ricaricare davvero le batterie della mente oltre che quelle del corpo.
L’approfondimento Recupero mentale post-gara, pubblicato dalla Gazzetta Running 2024, evidenzia come pratiche strutturate di riposo attivo siano fondamentali tanto per i maratoneti quanto per chi gioca lunghe sessioni al tavolo verde.
Passeggiate leggere, meditazione guidata e confronto con un coach o uno psicologo sportivo aiutano a smaltire lo stress accumulato, prevenendo burnout o cali motivazionali nelle settimane successive alla performance.
Anche nei gruppi sportivi italiani c’è crescente attenzione a questi aspetti: condividere successi ma anche delusioni rafforza la resilienza collettiva e prepara tutti alla prossima sfida—sia sulle strade sia davanti alle carte.
Conclusione
La maratona e il poker insegnano una lezione identica: la mente è il vero campo di battaglia.
Non conta solo la tecnica o l’allenamento fisico, ma la capacità di mantenere lucidità quando tutto sembra andare storto.
Chi sa riconoscere i segnali di stress e affrontarli con consapevolezza arriva più lontano, che si tratti di superare il “muro” in gara o evitare il tilt al tavolo.
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Lavorare sulla preparazione mentale permette di trasformare pressione e fatica in vantaggi competitivi, sia sulle strade che davanti alle carte.
24/11/2025
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