Blackout Energetico
Come prevenire con alcuni semplici accorgimenti il fenomeno del blackout energetico negli sportivi e nei runners
Capita spesso, soprattutto a livello giovanile ed amatoriale, di vedere atleti che prima di gare od allenamenti ingeriscono la classica bustina di zucchero.
Questo "rimedio della nonna" è un'azione controproducente che andrà ad influire, in modo netto, sulla vostra prestazione.
Lo zucchero semplice assunto, generalmente saccarosio, è rapidamente scisso nella sua forma basilare, ovvero il glucosio, ed immesso nel circolo.
Trattandosi di una molecola semplice l'azione è rapida ed il livello di glucosio nel sangue crescerà nel giro di poco tempo stimolando l'azione dell'insulina, secreta dal pancreas, che, accorgendosi di un repentino ed anomalo incremento di tale valore, tramite la sua azione favorirà la penetrazione del glucosio nei tessuti lasciandolo in forma ridotta nel sangue.
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Questo fenomeno, conosciuto come ipoglicemia reattiva, tramuta il troppo in troppo poco in quanto i livelli degli zuccheri in breve tempo passano da valori troppo alti a valori al di sotto della soglia di normalità.
Tali valori vengono ristabiliti nel medio periodo ma a breve si potranno registrare dei veri e propri blackout energetici che porteranno ad un rendimento fisico non ottimale. Questa mancanza di energia, che può durare da alcuni secondi ad alcuni minuti, condizionerà in negativo, e spesso in modo irreparabile, la prestazione.
I sintomi del blackout sono noti a molti e si manifestano con improvvisa spossatezza, giramento di testa, annebbiamento della vista e fame.
Tale fenomeno si verifica anche nel caso di lunghi digiuni e/o attività troppo intensa senza un corretto reintegro di carboidrati, ovvero zuccheri.
Fruttosio e maltodestrine, non subendo l'azione dell'insulina, garantiscono disponibilità energetica in ogni momento e sono quindi consigliati prima, durante e dopo la prestazione senza il rischio di incorrere nel fenomeno descritto.