Le Fratture da Stress
Perchè si verificano fratture da stress nel running: Cause rimedi e consigli per affrontare questo infortunio
Ogni giorno ti alzi, indossi la tua tuta migliore, calzi le tue scarpette e inizi a correre, immergendoti nel tuo fantastico mondo fatto di sudore, fatica, e soprattutto tanto divertimento.
Come tutti sanno la corsa è uno sport naturale, ovvero uno sport che sfrutta un movimento che fa parte del nostro bagaglio minimo fin da quando si inizia a camminare da bambini.
Pochi sanno però che il vecchio detto del “Il troppo stroppia”, è sempre valido, e anzi molto pericoloso, per la nostra preparazione.
Infatti, molti sportivi autodidatti, così come alcuni sportivi seguiti da allenatori poco attenti, possono andare incontro ad una patologia molto fastidiosa e soprattutto in grado di limitare ed interrompere il buon lavoro svolto durante magari una stagione preparatoria a qualche gara: stiamo parlando delle Fratture da Stress.
Tale patologia non è uno stato psicologico, ma una reale problematica che può colpire le ossa dei piedi, del ginocchio e della regione pelvica.
Per spiegare meglio questa patologia, ne Parliamo oggi con David Di Segni, fisioterapista dell’mdm fisioterapia, che si occupa spesso di problematiche medico-sportive del piede come Tallonite, fascite plantare e appunto fratture da stress.
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Iniziamo spiegando un aspetto molto importante, la fisiologia del rimaneggiamento osseo: Molti pensano che l’osso sia un tessuto inerte…
Niente di più sbagliato!! Infatti analizzando meglio la natura e fisiologia scopriamo che è costituito da due tipologie di cellule, gli osteoblasti e gli osteoclasti.
Gli osteoblasti hanno il compito di costituire e “Mettere mattoni” nuovi al fine di rendere il tessuto forte e resistente, mentre gli osteoclasti hanno il compito contemporaneamente di rompere le vecchie cellule magari danneggiate, e favorire il lavoro osteoblastico.
Tale rapporto nel soggetto normale, soprattutto ben allenato, è in equilibrio, a volte sbilanciato nei confronti delle cellule osteoblatiche (per questo negli sportivi alcuni segmenti sono maggiormente duri e resistenti).
Basti pensare a sport come il calcio, in cui vediamo falli molto duri, che su un soggetto normale comporterebbero quasi sicuramente una frattura, ma nel calciatore invece si dimostrano traumi facilmente gestibili, tanto che con una spugna di acqua fredda e ghiaccio, si risolvono la maggior parte dei traumi in campo.
Succede, però che sport ripetitivi come la corsa, possano creare degli squilibri e sovraccarico su alcune ossa del piede ad esempio, tali che i fenomeni osteoblasti vengano superati da fenomeni osteoclastici, con quindi uno squilibrio nel rimaneggiamento osseo piuttosto che verso la costruzione di osso nuovo.
Questa condizione crea i presupposti per la comparsa di quella che è chiamata Frattura da Stress .
Foto di Dr. Manuel González Reyes da Pixabay
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Come si può prevenire questa condizione?
Per prima cosa è importante seguire e gestire al meglio gli aspetti alimentari, fornendo mediante l’alimentazione tutti i componenti in grado di aiutare la costituzione dell’osso (vitamine, calcio..etc etc), tenere sotto controllo gli aspetti ormonali (soprattutto le donne in epoca di menopausa), e tenere sotto controllo la densità ossea mediante esami di routine come la Moc almeno una volta l’anno.
Infine risulta di fondamentale importanza rivolgersi ad un preparatore in grado di cambiare frequentemente la tipologia di allenamento.
Aspetto molto molto importante è certamente il rispetto del proprio corpo, cercando di rispettare le pause tra un allenamento e l’altro, e dedicare una o due giornate a settimana ad allenare anche altri gruppi muscolari che non siano solo le gambe.
Questo oltre a rendere un fisico più armonioso e bello, permette di sfruttare nella corsa anche altri muscoli, che nella maggior prate dei casi, nel runner sono carenti a favore delle gambe sovrasviluppate.
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Se comunque siamo affetti da questo tipo di frattura che fare?
Questo tipo di patologia compare con un dolore costante a carico proprio dell’osso che ne rimane vittima.
Non è necessario un trauma specifico, si inizia con un dolorino, che mano a mano diventa sempre più forte tanto da non permettere né la deambulazione né la corsa.
Bisogna rivolgersi ad un medico, che prescriverà come primo esame una normale radiografia sotto carico, ed eventualmente potrà approfondire le indagini con un esame di risonanza magnetica per individuare aree di edema della spongia, molto frequenti in questa patologia.
Sarà opportuno interrompere immediatamente ogni tipo di allenamento e limitare o evitare il carico sul piede fratturato.
In questa fase sarà molto importante il riposo, e l’utilizzo di un particolare macchinario di magnetoterapia a campi magnetici pulsati (cemp), che avrà lo scopo di favorire e incrementare la normale calcificazione.
Passata la prima fase, sarà opportuno dedicarsi al recupero mediante terapia specifica con ultrasuoni o onde d’urto, e terapia antalgica come la tecarterapia o il laser ad alta potenza.
La fisioterapia e comunque la gestione di tutta la patologia potrebbe richiedere tempi medio lunghi con allontanamento dallo sport per tempi che vanno da 1-3 mesi, fino a 6 mesi nei casi di gravi condizioni di frattura.
Il ritorno alla corsa dovrà essere graduale, con schede che dovranno tassativamente prevedere dei tempi di recupero appropriati tra ogni sessione, e soprattutto si dovranno fare tesoro delle esperienze passate.
Articolo di David Di Segni
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