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Bruno Brunod, è il quinto gigante della Valle d'Aosta. Secondo gradino del podio al 4K Alpine Endurance Trail

Il corridore del cielo, il valdostano Bruno Brunod, Team Forte di Bard – Montura, con il pettorale 001, è il secondo classificato della prima edizione del 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta, con un tempo di 86 ore 35 minuti e 14 secondi.

Arrivato al traguardo nel centro di Cogne alle ore 23.32 e 25 secondi, con un distacco di 3 ore e 41 minuti dal vincitore Peter Kienzl, ha coronato il suo grande sogno di correre e concludere questa nuova ed entusiasmante gara, la più dura al mondo, per la quale ha accettato anche di prestare il proprio volto come testimonial. In una piazza Chanoux gremita nonostante la tarda ora, ad attendere Brunod c’era anche la sua famiglia, la moglie Enrica e i 5 figli Sophie, Christian, Mathieu, Carole e Jasmine, che per tutto il percorso di 350 km lo ha seguito con affetto e orgoglio.


“Questa gara è stata un bellissimo viaggio, senza nessun incidente, nonostante le difficoltà del percorso – ha commentato Brunod al suo arrivo -. Devo dire che l’organizzazione è davvero incredibile, ho visto un atleta che stava male, ha schiacciato il pulsante d’emergenza del GPS e dopo pochi secondi è arrivata l’assistenza. Arrivare al traguardo è una sensazione molto bella, c'è stato un momento in cui sembrava che stesse per andare male, ma ho reagito, sono stato ottimista, sono partito nella notte, sotto la pioggia. Come chi ha voluto questa gara, ero determinato a fare qualcosa per la mia gente della Valle d’Aosta. Il mio pensiero va a chi non la porta a termine: io non ne ho finite due, ma non bisogna mai mollare, bisogna tenere duro. Ma non siamo eroi. Bisogna dire ai giovani di sognare sempre. Dedico questa vittoria alla mia famiglia e Gabriele Accornero che mi ha incitato moltissimo. Un pensiero va anche alle popolazioni terremotate: bisogna aiutarli, hanno perso tutto e dobbiamo essere vicini a loro”.

Bruno Brunod, 53 anni, con un recupero strepitoso dopo una partenza controllata, è risalito fino al secondo posto nonostante qualche problema fisico a metà gara, ma tornando competitivo e riprendendosi la seconda posizione. Brunod ha fatto il miglior tempo nel tratto tra Ollomont e Oyace: 13 chilometri percorsi in 2 ore 59 minuti e 21 secondi, a una velocità media di 4,35 km/h.

Brunod ha definito il tracciato durissimo, molto più di quanto lo sia percorso in senso antiorario; ma le sue condizioni sono sempre state eccellenti, lui, atleta più anziano in media di almeno 13 anni rispetto ai rivali del gruppo di testa.

“Bruno Brunod merita una nota particolare per le espressioni e i sorrisi che ha dispensato a ogni base vita e punto ristoro e l’emozione che ha destato in tutti nel vederlo entrare nel pratone sventolando la bandiera di una terra che ama infinitamente - ha dichiarato Gabriele Accornero, Direttore Organizzazione di Gara e curatore del libro autobiografico da poco pubblicato da Mondadori “Skyrunner, il corridore del cielo -. Bruno è un esempio di vita. Anche in questa occasione siamo testimoni della sua forza di volontà, lo spirito di sacrificio, le sensazionali doti fisiche, mentali ed emozionali, la spinta interiore. Il sano agonismo mai sleale sono la spiegazione della simpatia e del carisma di cui gode ovunque nel mondo”.

È grazie ai suoi primi passi in montagna e all’abitudine alla fatica della salita che Brunod ha stabilito i record di ascesa di molte cime nel mondo, diventando testimonial dei valori dello sport e della montagna e un esempio per i più giovani, come Kilian Jornet Burgada, considerato suo erede, che di lui ha detto: “Probabilmente senza saperlo ha fatto volare uno sport: lo skyruning. Bruno è riuscito a dare una forma alla corsa nel cielo: una dimensione mitica e una visibilità che ha portato le generazioni future a scoprire questo sport”.


07/09/2016