Gran Trail Courmayeur

Al Gran Trail Courmayeur trionfano i giganti Andrea Macchi e Lisa Borzani, tutti i risultati

Si è conclusa al tramonto, con l’ultimo raggio di sole che baciava la punta del Monte Bianco, la cavalcata trionfale di Andrea Macchi al Gran Trail Courmayeur. Il fortissimo trailer del Team Eolo, già ottavo quest’anno alla Lavaredo Ultra Trail e terzo al TOR nel 2017, si è concesso il bis, dopo la vittoria del 2017, aggiudicandosi la settima edizione della corsa sulla distanza più lunga, 105km per un dislivello positivo di 6600 metri. La “lince di Gavirate”, trentatré anni, ha tagliato il traguardo in 13h59’08", un tempo di soli 10 minuti superiore a quello record fatto segnare lo scorso anno da Franco Collé.
Macchi ha piegato la resistenza dello svedese Petter Restorp, con il quale ha battagliato fino a metà gara: nei pressi del rifugio Elisabetta il varesino ha ingranato la quarta e non si è più voltato. Dietro di lui Restorp ha accusato la fatica facendosi superare dallo svizzero Daniel Rowland, autore di una splendida ultima parte di corsa, terminata in 14h22’26”, ed è quindi giunto terzo, in 14h34’01”.
“Vedo tanti palcoscenici" ha dichiarato Macchi visibilmente emozionato, dopo essere stato accolto sotto lo striscione dai figli e dalla moglie "ma qui è come correre in casa per me: per le volontarie sono come un figlio, per i volontari un amico. Quasi quasi lascio stare l’UTMB e faccio il TOR”.
Tra le donne, dominio assoluto di una super Lisa Borzani, che arriva poco dopo la mezzanotte e chiude all’8° posto della classifica generale, lasciandosi alle spalle un anno difficile, oltre a gran parte dei “colleghi” uomini. 17h03’54” il suo tempo. Dietro l’atleta del Team Tecnica - ormai padrona di casa a Courmayeur con la sua doppietta al TOR del 2016 e 2017 - il vuoto. Chiara Boggio del Team Hoka One One è giunta seconda, con il tempo di 17h34’49”, seguita da Yulia Baykova, terza in 18h32’17”.
“Mentalmente mi serviva finire una 100 km, perché era un anno e sei mesi giusti che non la finivo”, dice Borzani. “Ho deciso di farla all’ultimo perché volevo andare in “tripla cifra”. Ho fatto più fatica del normale, ma me lo aspettavo, però il ginocchio ha retto e questo è positivo”.


Nella 55 km, una piccola distrazione ha portato un gruppetto di corridori, presi dalla foga della discesa, a sbagliare strada ad un bivio, di fatto “tagliando” i circa 3 km che salgono al Col de la Seigne e portandosi direttamente al Rifugio Elisabetta. Tra di loro anche le prime due della classifica femminile, che hanno avvisato l’organizzazione una volta giunte al traguardo. “Abbiamo fatto alcune valutazioni, quantificando il vantaggio che le due atlete hanno avuto in 40 minuti ed applicando quindi una penalità della stessa durata”, spiegano dall’organizzazione. “A livello di classifica femminile, le posizioni del podio non cambiano. Il podio non cambia in campo maschile, perché, con grande fair play, chi era davanti e si era avvantaggiato ha atteso al Rifugio Elisabetta i corridori superati nel taglio, per cui a loro è stato deciso di non applicare la penalità, tranne in un caso”.

La prova sui 55 km ha avuto come grande protagonista Stefano Rinaldi, di Eolo - Kratos Team, campione italiano di trail nel 2018 e vincitore della Ronda Ghibellina a gennaio. In testa dall’inizio alla fine, Rinaldi ha concluso la sua gara in 6h01’08”, davanti a Enrico De Ferrari (6h18’19”) e Nevio Cornaro (6h23’05”): “È bello tornare a vincere qui, dopo la 75 km di due anni fa e dopo il secondo posto all’UltraDolomites. Ho fatto un’ottima gara, tirando dall’inizio alla fine”.


Nonostante la penalità, prova di forza della francese Mélanie Rousset, al decimo posto assoluto e dominatrice della 55 km in 7h15’00”: “Le condizioni della gara erano perfette, non conoscevo il percorso ma merita davvero di essere conosciuto. Il mio obiettivo non era vincere perché la settimana scorsa ho fatto la Pierra Menta Été ed avevo le gambe appesantite, non me lo aspettavo”. Dietro di lei due valdostane: al tredicesimo posto si è classificata Marina Cugnetto con il tempo di 7h24’00”, e sul podio femminile sale anche Elisabetta Negra in 7h26’38”.
 
Davide Cheraz rispetta i pronostici della vigilia e vince in solitaria la 30 km dopo aver guidato lungo tutto il percorso sui sentieri di casa. Il suo tempo di 3h00’14” è anche il record della gara, abbassando di oltre tre minuti il tempo fatto registrare l’anno scorso da Kevin Houlnet. “Ho avuto ottime sensazioni, era da un po’ di tempo che non ne avevo”, ha dichiarato emozionato ma contento l’atleta di Pré-Saint-Didier, che a giugno aveva preso parte ai Mondiali di trail. “Oggi avevo una motivazione in più: mia nonna compie ottant’anni, ero obbligato a vincere per farle un regalo”. Al secondo posto, in 3h15’18”, si è classificato Andrea Meoli, a precedere di appena 38” il belga Denis Trillet.

Al femminile, la sorpresa arriva da Biella e porta il nome di Lara Giardino: “Per me era l’esordio nel trail, sono abituata a correre in piano: è stato quasi come fare un Tor des Géants®”, ha detto all’arrivo la podista, specialista di maratone e mezze maratone. “Sentieri, panorami e organizzazione sono stati davvero stupendi”. La biellese in 3h52’54” ha preceduto un’altra sorpresa di giornata, anche lei più abituata ad altro tipo di corsa: la valdostana Stefania Canale, che ha chiuso in 4h00’03”. Al terzo posto, più staccata, la francese Christelle Caillibot in 4h06’04”.
 


15/07/2019